Leggende

Il gatto pur essendo un animale riservato e solitario sa essere anche un po' egocentrico tanto da adattarsi bene al ruolo di protagonista di numerose leggende popolari in tutto il mondo.
Antiche leggende storiche e mitologiche
Troppi topi sull'Arca di Noè
Sull’Arca di Noè durante il Diluvio Universale i topi si riproducevano molto velocemente tanto da mettere a rischio la sopravvivenza degli altri animali. Noè non sapendo come risolvere il problema si rivolse al Signore chiedendo aiuto. Ecco che il leone starnutì e dal suo starnuto nacquero due gatti che seppero riportare il numero di topi a un livello accettabile.
Antica leggenda Fenicia
I Fenici intorno al primo secolo a.C. portarono in Europa i gatti sottraendoli con l’inganno agli Egizi. Si dice che ne fu artefice un generale greco chiamato Gastelos che aveva sposato la figlia del farone ed era diventato comandante dell’esercito egizio. Pur essendo coraggioso ed abile non riusciva a fermare la rivolta degli ebrei che, guidati da Mosè volevano raggiungere la Terra Promessa. Il generale temeva le ire del Faraone così fuggì lontano con la sua sposa che abbandonò senza rimpianto le sue ricchezze e il potere ma non seppe rinunciare ai suoi gatti tanto da portarli con sè. I fuggiaschi raggiunsero la Penisola Iberica, l'attuale Portogallo, i gatti si moltiplicarono e da lì si diffusero in tutta Europa.
Gatti come scudi
L’esercito Persiano, comandato da Cambise, assediò Pelusio, trovando la resistenza dell’esercito egizio. Non riuscendo a sconfiggere la guardia egiziana, Cambise decise di far catturare al suo esercito il più possibile gatti vivi. Dopo tre giorni l’armata persiana sferrò un nuovo attacco utilizzando come scudo proprio i gatti. Gli Egizi pur di non ferire i gatti nella lotta, decisero di arrendersi.
La gatta innamorata
Si racconta tramite Esopo che una gatta, innamorata di un giovane, fu trasformata in donna da Venere per esaudire il suo desiderio, ma malgrado l’apparenza umana, il suo istinto rimase da gatto tanto che quando passava un topo per strada la donna con uno scatto felino rincorreva la preda.
Anche Maometto aveva una gatta
Maometto aveva una gatta chiamata Muezza. Muezza un giorno si addormentò sulla veste del profeta e quando arrivò il momento della preghiera, Maometto invece che svegliare la gatta per farla scendere preferì tagliarsi un pezzo della sua veste dove Muezza dormiva. Al suo ritorno la gatta per ringraziarlo gli fece tante fusa. Maometto felice per l’accoglienza diede tanti regali a Muezza e ai gatti a venire. Si dice che la accarezzò tre volte sul dorso e i segni rimasti diedero origine alla colorazione tabby, fondo grigio con sottili strisce nere o marroni appartenute all’antenato gatto africano. Un altro dono concesso dal Profeta fu quello di dargli la capacità di atterrare sempre sulle zampe a qualsiasi altezza cadesse, oltre che garantirgli nove vite e un posto in Paradiso.
Leggende popolari da tutto il mondo

La creazione della statua Maneki Neku
Leggenda giapponese. A Tokyo viveva un'anziana signora tanto povera da essere costretta addirittura a vendere il suo gatto. Qualche tempo dopo il gatto le apparve in sogno chiedendole di creare con l'argilla una statua che lo ritraesse. La signora fece la statuetta che subitò riuscì a vendere. Il successo fu enorme tanto che l'anziana signora diventò ricca proprio per aver inventato questa statuetta, il Maneki Neku, il famoso gatto che dà il benvenuto con la zampina alzata.
La strega e il gatto
Leggenda finlandese. Esiste un luogo in Finlandia dove si racconta che una strega può arrivare all’improvviso in casa e con un incantesimo porta tutti i presenti su una slitta trainata da un gatto enorme accompagnandoli nel mondo della notte e degli spiriti maligni.
Il salice che salvò i gattini
Leggenda Polacca. Si racconta che una gatta disperata perché il suo padrone aveva gettato i suoi mici nel fiume continuava a miagolare disperata. I salici sul lungo fiume, in preda alla pietà allungarono i rami verso l’acqua per consentire ai piccoli micetti di aggrapparsi e salvarsi. Da quel momento in Primavera i salici non hanno fioritura ma come ricordo di questo evento si ricoprono di infiorescenze ricoperte da morbida peluria simile proprio al mantello di un gattino.
Il gatto che beffò il diavolo
Leggenda Europea. Si racconta che gli abitanti di un paese per avere un aiuto nella costruzione di un ponte strinsero un patto con il diavolo promettendogli in cambio di aiuto l’anima del primo essere che avesse passato il ponte. Il giorno dell’inaugurazione, il vescovo convinse un gatto nero ad attraversare il ponte salvando così l’anima dei suoi fedeli e beffando il diavolo.
Buddha non protegge i gatti
Leggenda giapponese. Si racconta che insieme ad altri animali, anche il gatto dovesse assistere all’ingresso del Buddha nel Nirvana, ma l’animale si addormentò per strada, giungendo tardi alla cerimonia, da qui l’invito del Buddhismo a proteggere tutti gli animali, tranne che il gatto.
Leggenda popolare tratta da “Robinson Crusoe”
Il romanzo di D. Defoe “Robinson Crusoe” si ispira alle esperienze del marinaio scozzese Alexander Selkirk. All’inizio del Settecento il marinaio si ritrovò abbandonato su un’isola al largo della costa del Cile. Godette della compagnia dei gatti presenti sull’isola sopravvissuti a precedenti naufragi. I gatti divennero suoi amici per oltre quattro anni e mezzo di permanenza sull’isola aiutandolo a mantenere i nervi saldi di fronte alla totale solitudine e alla minaccia dei cannibali.
Il gatto che porta fortuna
Antica leggenda francese e inglese. Si dice che esista un gatto randagio, il Matagot, che porti fortuna e che sia alla ricerca di un padrone. Per conquistarsi le sue grazie occorre offrirgli in pasto del pollo arrosto ed invitarlo poi in casa. La prima sera che il Matagot è in casa deve avere il cibo proveniente dallo stesso piatto del padrone. Come ricompensa il Matagot donerà all'umano delle monete d'oro e tanta fortuna.
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